Tutto quello che è accaduto in Italia e nel mondo ed è utile sapere. Effetto giorno è la trasmissione quotidiana che getta lo sguardo oltre le notizie, con analisi e commenti per capire ed approfondire l'attualità attraverso ospiti in diretta e interviste: politica, economia, attualità internazionale e cronaca italiana. Tutti i giorni ospita "Il Punto" del vicedirettore del Sole24Ore Alberto Orioli, le anticipazioni del pomeriggio sportivo con Carlo Genta.
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DopoGP F1 Monaco 2022 Non lo MERITAVI Charles Vince Perez DISASTRO FERRARI
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Il Gran Premio di Monaco 2022 di Formula 1 va in archivio con la vittoria di Sergio Perez e una coda lunga di polemiche che affronteremo in separata sede. Perché qui vi racconteremo i nostri top e flop della corsa nel Principato. E allora, bando agli indugi.
Top: Sergio Perez
Sul podio, Perez era visibilmente commosso. Perché con il successo di ieri ha sorpassato Pedro Rodriguez, l'uomo a cui si ispirava il casco che indossava a Monaco, diventando il pilota messicano più vincente in F1. Un traguardo che può sembrare minuscolo. Ma non lo è per l'unico pilota dell'America Latina in F1 oggi.
Top: Charles Leclerc
La forza di Charles Leclerc sulle stradine che lo hanno visto bimbo sta tutta in quel giro strozzato da una bandiera rossa in qualifica. Talmente straripante da valergli quattro decimi di vantaggio sulla concorrenza nella parte completata. Ma quel non finito così esaltante, che faceva brillare gli occhi a Charles post qualifica, non era premessa di un successo, ma di un altro impeto destinato a essere smorzato dalle circostanze. La scarsa lungimiranza strategica della Rossa lo ha relegato ai piedi del podio in una corsa che, vista la velocità della Ferrari, avrebbe dovuto portare a casa senza un plissé. L'ancora di Charles è il suo grande talento. Per vincere un mondiale, però, non basta solo questo.
Top: Fernando Alonso
Dicevamo pocanzi che a Monaco non importa quanto si sia più veloci degli altri, se non si riesce a passare. Quel vecchio volpone di Fernando Alonso, forte della sua pluridecennale esperienza sulla pista del Principato, lo sa benissimo. E così ha deciso di girare con fierezza due secondi più lentamente della concorrenza, togliendosi la soddisfazione di tenersi alle spalle una sua vecchia conoscenza, quel Lewis Hamilton che, di fatto, è una delle sue vittime preferite.
Flop: muretto Ferrari
Per vincere il mondiale di Formula 1 il talento dei piloti e la bontà delle monoposto non sono sufficienti. Il mosaico per un team di successo è formato da tanti altri tasselli, uno dei più importanti dei quali è indubbiamente la strategia. La mancanza di tempismo e di lungimiranza del muretto Ferrari in questo ambito è ormai un problema cronico, visto che si ripresenta ciclicamente da anni.
Flop: Daniel Ricciardo
Sentendo parlare Daniel Ricciardo in conferenza a Monaco, abbiamo provato un moto di tenerezza nel vedergli brillare gli occhi descrivendo la pista su cui ha colto alcune tra le migliori prestazioni in carriera. Ed è per questo che fa ancora più male vederlo annaspare verso il fondo della griglia, mentre il suo compagno di squadra si dimostra efficace nonostante non sia al 100% della condizione a causa di una tonsillite.
Flop: Mick Schumacher
Gli incidenti sono un imprevisto che i team mettono in conto nell’allocazione del budget per una stagione. Ma quando i botti si fanno più frequenti, e pure violenti, è inevitabile che costituiscano un’emergenza finanziaria. Lo schianto contro le barriere di Mick Schumacher a Monaco potrebbe costare alla Haas oltre un milione di euro. La monoposto tranciata in due è una metafora efficace di quello che potrebbe restare a breve della carriera di Schumacher in F1.
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Top: Sergio Perez
Sul podio, Perez era visibilmente commosso. Perché con il successo di ieri ha sorpassato Pedro Rodriguez, l'uomo a cui si ispirava il casco che indossava a Monaco, diventando il pilota messicano più vincente in F1. Un traguardo che può sembrare minuscolo. Ma non lo è per l'unico pilota dell'America Latina in F1 oggi.
Top: Charles Leclerc
La forza di Charles Leclerc sulle stradine che lo hanno visto bimbo sta tutta in quel giro strozzato da una bandiera rossa in qualifica. Talmente straripante da valergli quattro decimi di vantaggio sulla concorrenza nella parte completata. Ma quel non finito così esaltante, che faceva brillare gli occhi a Charles post qualifica, non era premessa di un successo, ma di un altro impeto destinato a essere smorzato dalle circostanze. La scarsa lungimiranza strategica della Rossa lo ha relegato ai piedi del podio in una corsa che, vista la velocità della Ferrari, avrebbe dovuto portare a casa senza un plissé. L'ancora di Charles è il suo grande talento. Per vincere un mondiale, però, non basta solo questo.
Top: Fernando Alonso
Dicevamo pocanzi che a Monaco non importa quanto si sia più veloci degli altri, se non si riesce a passare. Quel vecchio volpone di Fernando Alonso, forte della sua pluridecennale esperienza sulla pista del Principato, lo sa benissimo. E così ha deciso di girare con fierezza due secondi più lentamente della concorrenza, togliendosi la soddisfazione di tenersi alle spalle una sua vecchia conoscenza, quel Lewis Hamilton che, di fatto, è una delle sue vittime preferite.
Flop: muretto Ferrari
Per vincere il mondiale di Formula 1 il talento dei piloti e la bontà delle monoposto non sono sufficienti. Il mosaico per un team di successo è formato da tanti altri tasselli, uno dei più importanti dei quali è indubbiamente la strategia. La mancanza di tempismo e di lungimiranza del muretto Ferrari in questo ambito è ormai un problema cronico, visto che si ripresenta ciclicamente da anni.
Flop: Daniel Ricciardo
Sentendo parlare Daniel Ricciardo in conferenza a Monaco, abbiamo provato un moto di tenerezza nel vedergli brillare gli occhi descrivendo la pista su cui ha colto alcune tra le migliori prestazioni in carriera. Ed è per questo che fa ancora più male vederlo annaspare verso il fondo della griglia, mentre il suo compagno di squadra si dimostra efficace nonostante non sia al 100% della condizione a causa di una tonsillite.
Flop: Mick Schumacher
Gli incidenti sono un imprevisto che i team mettono in conto nell’allocazione del budget per una stagione. Ma quando i botti si fanno più frequenti, e pure violenti, è inevitabile che costituiscano un’emergenza finanziaria. Lo schianto contro le barriere di Mick Schumacher a Monaco potrebbe costare alla Haas oltre un milione di euro. La monoposto tranciata in due è una metafora efficace di quello che potrebbe restare a breve della carriera di Schumacher in F1.
157 episoade
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Top: Sergio Perez
Sul podio, Perez era visibilmente commosso. Perché con il successo di ieri ha sorpassato Pedro Rodriguez, l'uomo a cui si ispirava il casco che indossava a Monaco, diventando il pilota messicano più vincente in F1. Un traguardo che può sembrare minuscolo. Ma non lo è per l'unico pilota dell'America Latina in F1 oggi.
Top: Charles Leclerc
La forza di Charles Leclerc sulle stradine che lo hanno visto bimbo sta tutta in quel giro strozzato da una bandiera rossa in qualifica. Talmente straripante da valergli quattro decimi di vantaggio sulla concorrenza nella parte completata. Ma quel non finito così esaltante, che faceva brillare gli occhi a Charles post qualifica, non era premessa di un successo, ma di un altro impeto destinato a essere smorzato dalle circostanze. La scarsa lungimiranza strategica della Rossa lo ha relegato ai piedi del podio in una corsa che, vista la velocità della Ferrari, avrebbe dovuto portare a casa senza un plissé. L'ancora di Charles è il suo grande talento. Per vincere un mondiale, però, non basta solo questo.
Top: Fernando Alonso
Dicevamo pocanzi che a Monaco non importa quanto si sia più veloci degli altri, se non si riesce a passare. Quel vecchio volpone di Fernando Alonso, forte della sua pluridecennale esperienza sulla pista del Principato, lo sa benissimo. E così ha deciso di girare con fierezza due secondi più lentamente della concorrenza, togliendosi la soddisfazione di tenersi alle spalle una sua vecchia conoscenza, quel Lewis Hamilton che, di fatto, è una delle sue vittime preferite.
Flop: muretto Ferrari
Per vincere il mondiale di Formula 1 il talento dei piloti e la bontà delle monoposto non sono sufficienti. Il mosaico per un team di successo è formato da tanti altri tasselli, uno dei più importanti dei quali è indubbiamente la strategia. La mancanza di tempismo e di lungimiranza del muretto Ferrari in questo ambito è ormai un problema cronico, visto che si ripresenta ciclicamente da anni.
Flop: Daniel Ricciardo
Sentendo parlare Daniel Ricciardo in conferenza a Monaco, abbiamo provato un moto di tenerezza nel vedergli brillare gli occhi descrivendo la pista su cui ha colto alcune tra le migliori prestazioni in carriera. Ed è per questo che fa ancora più male vederlo annaspare verso il fondo della griglia, mentre il suo compagno di squadra si dimostra efficace nonostante non sia al 100% della condizione a causa di una tonsillite.
Flop: Mick Schumacher
Gli incidenti sono un imprevisto che i team mettono in conto nell’allocazione del budget per una stagione. Ma quando i botti si fanno più frequenti, e pure violenti, è inevitabile che costituiscano un’emergenza finanziaria. Lo schianto contro le barriere di Mick Schumacher a Monaco potrebbe costare alla Haas oltre un milione di euro. La monoposto tranciata in due è una metafora efficace di quello che potrebbe restare a breve della carriera di Schumacher in F1.
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Top: Sergio Perez
Sul podio, Perez era visibilmente commosso. Perché con il successo di ieri ha sorpassato Pedro Rodriguez, l'uomo a cui si ispirava il casco che indossava a Monaco, diventando il pilota messicano più vincente in F1. Un traguardo che può sembrare minuscolo. Ma non lo è per l'unico pilota dell'America Latina in F1 oggi.
Top: Charles Leclerc
La forza di Charles Leclerc sulle stradine che lo hanno visto bimbo sta tutta in quel giro strozzato da una bandiera rossa in qualifica. Talmente straripante da valergli quattro decimi di vantaggio sulla concorrenza nella parte completata. Ma quel non finito così esaltante, che faceva brillare gli occhi a Charles post qualifica, non era premessa di un successo, ma di un altro impeto destinato a essere smorzato dalle circostanze. La scarsa lungimiranza strategica della Rossa lo ha relegato ai piedi del podio in una corsa che, vista la velocità della Ferrari, avrebbe dovuto portare a casa senza un plissé. L'ancora di Charles è il suo grande talento. Per vincere un mondiale, però, non basta solo questo.
Top: Fernando Alonso
Dicevamo pocanzi che a Monaco non importa quanto si sia più veloci degli altri, se non si riesce a passare. Quel vecchio volpone di Fernando Alonso, forte della sua pluridecennale esperienza sulla pista del Principato, lo sa benissimo. E così ha deciso di girare con fierezza due secondi più lentamente della concorrenza, togliendosi la soddisfazione di tenersi alle spalle una sua vecchia conoscenza, quel Lewis Hamilton che, di fatto, è una delle sue vittime preferite.
Flop: muretto Ferrari
Per vincere il mondiale di Formula 1 il talento dei piloti e la bontà delle monoposto non sono sufficienti. Il mosaico per un team di successo è formato da tanti altri tasselli, uno dei più importanti dei quali è indubbiamente la strategia. La mancanza di tempismo e di lungimiranza del muretto Ferrari in questo ambito è ormai un problema cronico, visto che si ripresenta ciclicamente da anni.
Flop: Daniel Ricciardo
Sentendo parlare Daniel Ricciardo in conferenza a Monaco, abbiamo provato un moto di tenerezza nel vedergli brillare gli occhi descrivendo la pista su cui ha colto alcune tra le migliori prestazioni in carriera. Ed è per questo che fa ancora più male vederlo annaspare verso il fondo della griglia, mentre il suo compagno di squadra si dimostra efficace nonostante non sia al 100% della condizione a causa di una tonsillite.
Flop: Mick Schumacher
Gli incidenti sono un imprevisto che i team mettono in conto nell’allocazione del budget per una stagione. Ma quando i botti si fanno più frequenti, e pure violenti, è inevitabile che costituiscano un’emergenza finanziaria. Lo schianto contro le barriere di Mick Schumacher a Monaco potrebbe costare alla Haas oltre un milione di euro. La monoposto tranciata in due è una metafora efficace di quello che potrebbe restare a breve della carriera di Schumacher in F1.
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