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Intanto, benvenuti nel 2025
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Avanzavano un po’ di libri da raccontare, ragionamenti da chiudere, idee da spulciare. E poi, diciamoci la verità, è sempre bello farsi una chiacchierata durante le feste.
Note della puntata: https://tilde.show/podcast-35
Cominciamo da dove eravamo rimasti. Alla fine dell’anno, si sa, si fanno cose strane. Antonio, ad esempio, per un decennio negli anni Novanta ha fatto il giornalista radiofonico. Adesso, complice una visibile crisi di mezza età, ha messo insieme un piccolo laboratorio audio assai vintage: registratore MiniDisc, registratore di nastrocassette, digitalizzatore con il suo nuovo Zoom H1 Essential (anche perché l’entrata audio minijack sui Mac non c’è più, maledizione) e così adesso può fare tutti i riversaggi che vuole dal suo archivio analogo.
E fra le altre cose, va detto: il MiniDisc! Ah, quello sì che era tanta roba. Peccato però che fuori dal Giappone non sia mai decollato veramente. Ma la qualità? Ovviamente Riccardo ha pronta la soluzione cloud con l’AI: Auphonic (i link sono in fondo), che trasforma qualsiasi vecchia registrazione audio in una bomba qualità podcast.
Inevitabilmente si finisce così a parlare di suono genuino, vintage, artigianale, finto artigianale e di solitudine. Tipo l’estetica di Lofi Girl, per dire: Antonio ne ha scritto un po’ (vedi il link in fondo). Oppure gli album famosi (tipo Nevermind dei Nirvana, per intendersi) rifatti con le vecchie console 8 bit. Si chiama “chiptune”. Ma s’è parlato anche del bisogno di salvare la musica che i servizi di streaming non mettono online. C’è un mondo di cose che sta sparendo. Antonio un po’ delle sue le mette online (vedi sotto) grazie ad Archive punto org, ma il problema sono le migliaia di concerti ed edizioni alternative dei dischi che stanno semplicemente svanendo nel nulla.
Riccardo invece ha un problema con i suoi siti: non c’è n’è più uno che lo rappresenti. Anche perché vorrebbe pubblicare cose personali ma poi famiglia, amici e conoscenti lo chiamano tutti preoccupati per capire cos’è successo, come va. Non si può proprio più dire niente online! Meglio essere anonimi allora, come il “famoso” (nella bolla dei blog italiani del 2002) blogger “Personalità Confusa”. Riccardo invece segue la newsletter in inglese People and Blogs di Manuel Moreale che tira fuori storie di gente che ha piccoli siti “genuini”. In realtà la foresta degli alberi del sapere web sta neanche troppo lentamente scomparendo: tante pagine storiche vengono spostate in dev/null quando i provider o le aziende staccano la spina ai servizi connessi. E c’è anche chi lo fa per migliorare la SEO (che disgrazia!).
Dopo un rapido aggiornamento delle rispettive dotazioni tecnologiche (Antonio con il MacBook Air M3, Riccardo con il Mac mini M4, la nuova tastiera Pi 500 di Raspberry per i figli di Antonio), parliamo di libri, finalmente. E che libri.
Continua a leggere su https://tilde.show/podcast-35
35 episoade
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Avanzavano un po’ di libri da raccontare, ragionamenti da chiudere, idee da spulciare. E poi, diciamoci la verità, è sempre bello farsi una chiacchierata durante le feste.
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Cominciamo da dove eravamo rimasti. Alla fine dell’anno, si sa, si fanno cose strane. Antonio, ad esempio, per un decennio negli anni Novanta ha fatto il giornalista radiofonico. Adesso, complice una visibile crisi di mezza età, ha messo insieme un piccolo laboratorio audio assai vintage: registratore MiniDisc, registratore di nastrocassette, digitalizzatore con il suo nuovo Zoom H1 Essential (anche perché l’entrata audio minijack sui Mac non c’è più, maledizione) e così adesso può fare tutti i riversaggi che vuole dal suo archivio analogo.
E fra le altre cose, va detto: il MiniDisc! Ah, quello sì che era tanta roba. Peccato però che fuori dal Giappone non sia mai decollato veramente. Ma la qualità? Ovviamente Riccardo ha pronta la soluzione cloud con l’AI: Auphonic (i link sono in fondo), che trasforma qualsiasi vecchia registrazione audio in una bomba qualità podcast.
Inevitabilmente si finisce così a parlare di suono genuino, vintage, artigianale, finto artigianale e di solitudine. Tipo l’estetica di Lofi Girl, per dire: Antonio ne ha scritto un po’ (vedi il link in fondo). Oppure gli album famosi (tipo Nevermind dei Nirvana, per intendersi) rifatti con le vecchie console 8 bit. Si chiama “chiptune”. Ma s’è parlato anche del bisogno di salvare la musica che i servizi di streaming non mettono online. C’è un mondo di cose che sta sparendo. Antonio un po’ delle sue le mette online (vedi sotto) grazie ad Archive punto org, ma il problema sono le migliaia di concerti ed edizioni alternative dei dischi che stanno semplicemente svanendo nel nulla.
Riccardo invece ha un problema con i suoi siti: non c’è n’è più uno che lo rappresenti. Anche perché vorrebbe pubblicare cose personali ma poi famiglia, amici e conoscenti lo chiamano tutti preoccupati per capire cos’è successo, come va. Non si può proprio più dire niente online! Meglio essere anonimi allora, come il “famoso” (nella bolla dei blog italiani del 2002) blogger “Personalità Confusa”. Riccardo invece segue la newsletter in inglese People and Blogs di Manuel Moreale che tira fuori storie di gente che ha piccoli siti “genuini”. In realtà la foresta degli alberi del sapere web sta neanche troppo lentamente scomparendo: tante pagine storiche vengono spostate in dev/null quando i provider o le aziende staccano la spina ai servizi connessi. E c’è anche chi lo fa per migliorare la SEO (che disgrazia!).
Dopo un rapido aggiornamento delle rispettive dotazioni tecnologiche (Antonio con il MacBook Air M3, Riccardo con il Mac mini M4, la nuova tastiera Pi 500 di Raspberry per i figli di Antonio), parliamo di libri, finalmente. E che libri.
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