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PODCAST STAMINALI E RIGENERAZIONE MUSCOLARE, COVID E L’ARRIVO DI JN.1, 395MILA NUOVI CASI DI TUMORE IN ITALIA

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RIGENERAZIONE DELLE CELLULE MUSCOLARI, IL SEGRETO IN UNA PROTEINA
Una ricerca internazionale coordinata dall’Istituto di genetica e biofisica “A. Buzzati-Traverso” del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli, condotta in collaborazione con l’Istituto Sanford Burnham di La Jolla (California), l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’IRCSS Fondazione Santa Lucia di Roma, ha individuato in una piccola proteina la chiave che guida le cellule staminali adulte, presenti nelle fibre muscolari a differenziarsi, rigenerando così il tessuto muscolare danneggiato o ad autorinnovarsi, mantenendo una riserva pronta per futuri cicli rigenerativi. Lo studio è pubblicato sulla rivista Developmental Cell. I processi di rigenerazione muscolare risultano particolarmente compromessi durante l’invecchiamento o in presenza di patologie degenerative, come la distrofia di Duchenne. La ricerca si focalizza sul ruolo delle cosiddette “cellule satellite”, cioè cellule staminali adulte posizionate sulla superficie esterna delle fibre muscolari che svolgono un ruolo chiave nel mantenimento dell'integrità muscolare, che dipende principalmente da un gruppo di cellule staminali dette cellule satellite: quando il muscolo è a riposo, esse si trovano in uno stato inattivo o dormiente, denominato “quiescenza”. Viceversa, in risposta a danni muscolari, si attivano e manifestano la straordinaria capacità di compiere due azioni cruciali: esse sono in grado di differenziarsi, cioè trasformarsi in nuove cellule muscolari (mioblasti) che contribuiscono a rigenerare il tessuto danneggiato e, parallelamente, hanno la capacità di auto-rinnovarsi, cioè dare origine a nuove cellule quiescenti, assicurando il mantenimento di una “riserva” di cellule staminali pronta per i successivi cicli rigenerativi. La ricerca ha chiarito che ciò che consente alle cellule satellite attivate di scegliere se procedere “in avanti” verso il differenziamento in cellule muscolari o “tornare indietro” e ripopolare la riserva di cellule staminali quiescenti dipende da una particolare proteina, denominata Cripto.
COVID ITALIA. ACCELERA JN.1, SOTTOVARIANTE DI SARS-COV-2
La 'famiglia Pirola' cresce in Italia e accelera in particolare JN.1, sottovariante di Sars-CoV-2 che ha attirato l'attenzione degli esperti e delle autorità internazionali per la sua trasmissibilità e la possibile fuga immunitaria. Crescono i ricoveri Covid in Italia. Al 13 dicembre l'occupazione dei posti letto in area medica è pari al 11,9% (7.426 ricoverati), in aumento rispetto alla settimana precedente (10.7%). Sale anche l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,7% (240 ricoverati) rispetto al 2,5% della settimana precedente. E' quanto emerge dal monitoraggio settimanale della Cabina di regia ministero della Salute-Istituto superiore di sanità. I tassi di ospedalizzazione e mortalità aumentano con l’età, con i valori più alti fra gli over 90. Anche il tasso di ricovero in terapia intensiva cresce con l'età. L'incidenza di Covid nel periodo 7-13 dicembre è pari a 94 casi per 100mila abitanti, in calo rispetto alla settimana precedente (101 casi su 100mila). L'incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati, rileva il monitoraggio, presenta variazioni in quasi tutte le regioni e province autonome rispetto alla settimana precedente. L'incidenza più elevata è stata riportata nel Lazio (148 casi per 100mila abitanti), la più bassa in Sicilia (2 su 100mila). Scende anche l'Rt ospedaliero. L'indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero - si legge nel report - al 5 dicembre è pari a 0.80, sotto la soglia epidemica e in diminuzione rispetto alla settimana precedente (0.98).
TUMORE, NEL 2023 IN ITALIA STIMATI 395MILA NUOVI CASI. -3% DI ADESIONE AGLI SCREENING
In Italia, nel 2023, sono stimate 395.000 nuove diagnosi di tumore: 208.000 negli uomini e 187.000 nelle donne. Nel post pandemia si assiste a una ondata di casi, se si considera che, in tre anni, l’incremento è stato di 18.400 diagnosi (erano 376.600 nel 2020). Il tumore più frequentemente diagnosticato, nel 2023, è il carcinoma della mammella (55.900 casi), seguito dal colon-retto (50.500), polmone (44.000), prostata (41.100) e vescica (29.700). E, nei prossimi due decenni, il numero assoluto annuo di nuove diagnosi oncologiche in Italia aumenterà, in media ogni anno, dell’1,3% negli uomini e dello 0,6% nelle donne. Dall’altro lato, l’Oncologia italiana fa registrare importanti progressi, con migliaia di vite salvate. In 13 anni (2007-2019), sono state evitate 268.471 morti oncologiche. Il cancro è sempre più una malattia curabile e molti pazienti la superano e tornano a una vita “come prima”. Vi sono, però, aree in cui i passi avanti sono ancora limitati, a partire dai tumori causati dal fumo di sigaretta nelle donne e dal cancro del pancreas in entrambi i sessi, per il quale non si sono registrati miglioramenti nella diagnosi precoce e nelle terapie, e che, quindi, merita particolari attenzioni. Più in generale, serve più impegno nella prevenzione, sia primaria che secondaria. Il 24% degli adulti fuma, il 29% è sedentario, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso, il 17% consuma alcol in quantità a rischio per la salute. E, nel 2022, si assiste a livello nazionale a un calo del 3% della copertura degli screening mammografico (43%) e colorettale (27%), che nel 2021 erano tornati ai livelli prepandemici. È drastica la diminuzione al Nord, dove l’adesione alla mammografia è passata dal 63% nel 2021 al 54% nel 2022 e quella allo screening colorettale in discesa dal 45% al 38%. È il censimento ufficiale, giunto alla tredicesima edizione, che descrive gli aspetti relativi alla diagnosi e terapia delle neoplasie grazie al lavoro di AIOM e Fondazione AIOM, AIRTUM, ONS, PASSI e PASSI d’Argento e della SIAPeC-IAP, raccolto nel volume “I numeri del cancro in Italia 2023”.
Approfondimenti e altre notizie sono nel portale salutedomàni.com e Saluteh24.com, nelle pagine social collegate e nel canale gratuito di telegram: salutedomàni
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Una ricerca internazionale coordinata dall’Istituto di genetica e biofisica “A. Buzzati-Traverso” del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli, condotta in collaborazione con l’Istituto Sanford Burnham di La Jolla (California), l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’IRCSS Fondazione Santa Lucia di Roma, ha individuato in una piccola proteina la chiave che guida le cellule staminali adulte, presenti nelle fibre muscolari a differenziarsi, rigenerando così il tessuto muscolare danneggiato o ad autorinnovarsi, mantenendo una riserva pronta per futuri cicli rigenerativi. Lo studio è pubblicato sulla rivista Developmental Cell. I processi di rigenerazione muscolare risultano particolarmente compromessi durante l’invecchiamento o in presenza di patologie degenerative, come la distrofia di Duchenne. La ricerca si focalizza sul ruolo delle cosiddette “cellule satellite”, cioè cellule staminali adulte posizionate sulla superficie esterna delle fibre muscolari che svolgono un ruolo chiave nel mantenimento dell'integrità muscolare, che dipende principalmente da un gruppo di cellule staminali dette cellule satellite: quando il muscolo è a riposo, esse si trovano in uno stato inattivo o dormiente, denominato “quiescenza”. Viceversa, in risposta a danni muscolari, si attivano e manifestano la straordinaria capacità di compiere due azioni cruciali: esse sono in grado di differenziarsi, cioè trasformarsi in nuove cellule muscolari (mioblasti) che contribuiscono a rigenerare il tessuto danneggiato e, parallelamente, hanno la capacità di auto-rinnovarsi, cioè dare origine a nuove cellule quiescenti, assicurando il mantenimento di una “riserva” di cellule staminali pronta per i successivi cicli rigenerativi. La ricerca ha chiarito che ciò che consente alle cellule satellite attivate di scegliere se procedere “in avanti” verso il differenziamento in cellule muscolari o “tornare indietro” e ripopolare la riserva di cellule staminali quiescenti dipende da una particolare proteina, denominata Cripto.
COVID ITALIA. ACCELERA JN.1, SOTTOVARIANTE DI SARS-COV-2
La 'famiglia Pirola' cresce in Italia e accelera in particolare JN.1, sottovariante di Sars-CoV-2 che ha attirato l'attenzione degli esperti e delle autorità internazionali per la sua trasmissibilità e la possibile fuga immunitaria. Crescono i ricoveri Covid in Italia. Al 13 dicembre l'occupazione dei posti letto in area medica è pari al 11,9% (7.426 ricoverati), in aumento rispetto alla settimana precedente (10.7%). Sale anche l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,7% (240 ricoverati) rispetto al 2,5% della settimana precedente. E' quanto emerge dal monitoraggio settimanale della Cabina di regia ministero della Salute-Istituto superiore di sanità. I tassi di ospedalizzazione e mortalità aumentano con l’età, con i valori più alti fra gli over 90. Anche il tasso di ricovero in terapia intensiva cresce con l'età. L'incidenza di Covid nel periodo 7-13 dicembre è pari a 94 casi per 100mila abitanti, in calo rispetto alla settimana precedente (101 casi su 100mila). L'incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati, rileva il monitoraggio, presenta variazioni in quasi tutte le regioni e province autonome rispetto alla settimana precedente. L'incidenza più elevata è stata riportata nel Lazio (148 casi per 100mila abitanti), la più bassa in Sicilia (2 su 100mila). Scende anche l'Rt ospedaliero. L'indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero - si legge nel report - al 5 dicembre è pari a 0.80, sotto la soglia epidemica e in diminuzione rispetto alla settimana precedente (0.98).
TUMORE, NEL 2023 IN ITALIA STIMATI 395MILA NUOVI CASI. -3% DI ADESIONE AGLI SCREENING
In Italia, nel 2023, sono stimate 395.000 nuove diagnosi di tumore: 208.000 negli uomini e 187.000 nelle donne. Nel post pandemia si assiste a una ondata di casi, se si considera che, in tre anni, l’incremento è stato di 18.400 diagnosi (erano 376.600 nel 2020). Il tumore più frequentemente diagnosticato, nel 2023, è il carcinoma della mammella (55.900 casi), seguito dal colon-retto (50.500), polmone (44.000), prostata (41.100) e vescica (29.700). E, nei prossimi due decenni, il numero assoluto annuo di nuove diagnosi oncologiche in Italia aumenterà, in media ogni anno, dell’1,3% negli uomini e dello 0,6% nelle donne. Dall’altro lato, l’Oncologia italiana fa registrare importanti progressi, con migliaia di vite salvate. In 13 anni (2007-2019), sono state evitate 268.471 morti oncologiche. Il cancro è sempre più una malattia curabile e molti pazienti la superano e tornano a una vita “come prima”. Vi sono, però, aree in cui i passi avanti sono ancora limitati, a partire dai tumori causati dal fumo di sigaretta nelle donne e dal cancro del pancreas in entrambi i sessi, per il quale non si sono registrati miglioramenti nella diagnosi precoce e nelle terapie, e che, quindi, merita particolari attenzioni. Più in generale, serve più impegno nella prevenzione, sia primaria che secondaria. Il 24% degli adulti fuma, il 29% è sedentario, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso, il 17% consuma alcol in quantità a rischio per la salute. E, nel 2022, si assiste a livello nazionale a un calo del 3% della copertura degli screening mammografico (43%) e colorettale (27%), che nel 2021 erano tornati ai livelli prepandemici. È drastica la diminuzione al Nord, dove l’adesione alla mammografia è passata dal 63% nel 2021 al 54% nel 2022 e quella allo screening colorettale in discesa dal 45% al 38%. È il censimento ufficiale, giunto alla tredicesima edizione, che descrive gli aspetti relativi alla diagnosi e terapia delle neoplasie grazie al lavoro di AIOM e Fondazione AIOM, AIRTUM, ONS, PASSI e PASSI d’Argento e della SIAPeC-IAP, raccolto nel volume “I numeri del cancro in Italia 2023”.
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